Brandy

Distillato di vino prodotto in tutto il mondo. L'etimologia più accreditata è da ricercarsi nell’abbreviazione dell'inglese brandywine, che deriva a sua volta dall'olandese brandewijn, vino bruciato. Con il passare dei secoli si è contratta in brandy e in tutto il mondo designa l’acquavite di vino. Il Brandy è prodotto in Russia, in America Latina, negli USA, in Francia, in Spagna, in Italia, in Sudafrica e in tutti gli altri paesi in cui si produce vino. In Italia la produzione di Brandy ha origini assai remote. Tra i primi documenti ritrovati vi è l’autorizzazione concessa nel 1583 da Emanuele I di Savoia a Orazio Senese per la produzione di acquavite di vino e nel 1601 nacque a Venezia la Congrega della Università degli Acquavitai. Non essendo esistita in passato una regolamentazione riguardanti la produzione di Brandy, negli anni in cui in Italia si verificò un eccesso di produzione di vino, quello di mediocre qualità fu avviato alla distillazione obbligatoria: ciò ovviamente diede vita a un  alcool di mediocre qualità. Diversi produttori acquisirono alcool di Stato di cui curarono solamente l’invecchiamento e l’imbottigliamento, ottenendo così acquaviti di scarsa qualità. Ciò fece nascere l’esigenza di una maggiore cura nella selezione delle materie prime per la distillazione che si esplicò nella costituzione del Comitato Brandy Italiano d’Origine. Esso ha individuato le regioni e i vitigni migliori per la produzione di un’acquavite di vino di qualità: la zona dei colli Tosco-Romagnoli e i vitigni Trebbiano toscano e Trebbiano romagnolo, caratterizzati da una buona acidità e un basso contenuto di alcool. Quest’acquavite, oltre che il fermentato ottenuto dall’uva, può utilizzare basi risultanti dal succo fermentato di altri frutti: nella maggior parte dei casi, tuttavia, è prodotta dal vino d'uva. Le uve delicatamente spremute sono messe in fermentazione a una temperatura che si aggira tra i 18°C e i 22°C. Una volta terminata la fase di distillazione si passa a quella d’invecchiamento, che prevede almeno un anno in botti di rovere. E’ consentita l’aromatizzazione complementare con truciolo di rovere o altre sostanze vegetali o aggiunta d’infusione alcolica che non deve superare il 3%. Si può comunque edulcorare il distillato fino al 2% e aggiungere caramello. La percentuale di volume alcolico del Brandy deve essere compresa tra il 38% e il 60% e viene normalmente commercializzato al 40% volumetrico.