Negroni Roots

3 cl Seven Hills Italian Dry Gin
3 cl Vermouth Del Professore
2 cl bitter bianco
1,5 cl Amaro Snake Oil
Aria di caffè di cicoria homemade

Stir&Strain in un tumbler

Il Negroni Roots è un Cocktail ideato da Nicola Ruggiero, proprietario del ‘Katiuscia – Cocktail e altri rimedi’ di Giovinazzo (Bari).

Questo drink non è altro che un twist del classico Negroni, dove l’ingrediente principale è il romano Seven Hills Italian Dry Gin.

Il Negroni Roots trae ispirazione dalla domanda se possa esistere o meno un alimento che rende invisibili e secondo le tradizioni popolari, la cicoria avrebbe proprio questo potere. Nel Nord Europa questo alimento era considerato magico, attraverso la quale si poteva arrivare al piacere dell’amore, a spezzare incantesimi, a diventare invulnerabili e anche invisibili!

Anche a Roma la pianta fu vista di buon occhio: i primi a lodarla furono i medici Galeno e Plinio, attribuendogli proprietà benefiche per il fegato e proprietà rinfrescanti. La leggenda però, diceva che per avvalersi di questi effetti, la radice della pianta doveva essere dissotterrata il giorno di San Pietro e Paolo tramite l’utilizzo di un pezzo d’oro o delle corna di un cervo.

Importante anche l’uso storico di questa pianta che fu utilizzato come surrogato del caffè durante l’impero napoleonico in seguito al blocco delle importazioni di merci provenienti dall’Inghilterra (e quindi anche dai suoi possedimenti). Dalla seconda metà del ‘900 poi, la pianta ha spopolato nella gastronomia e nella cosmesi.

I suoi fiori hanno la caratteristica di aprirsi al mattino sempre alla stessa ora e di chiudersi nella seconda parte del pomeriggio. Per questo, in alcune zone delle Alpi, la cicoria viene chiamata ‘orologio dei pastori’: quando i suoi fiori si chiudono, infatti, i montanari mungono le mucche al pascolo. Nel Negroni Roots il Vermouth Del Professore e il bitter bianco richiamano l’invisibilità, mentre lo Snake Oil è un amaro che si ispira ai finti rimedi miracolosi, spacciati dai ciarlatani che si fingevano medici.

 

Photo credit: Alessandro Bruno